Estate ’85, amore & morte in Normandia

ESTATE ’85 di François Ozon. Con Félix Lefebvre, Benjamin Voisin, Philippine Velge, Valeria Bruni Tedeschi, Melvil Poupaud, Isabelle Nanty, Bruno Lochet, Laurent Fernandez, Aurore Broutin. Drammatico, Francia, 100’ 😍

Benjamin Voisin e Félix Lefebvre

UNO STRANO NAUFRAGIO, una strana casa, uno strano amico con una strana madre flautata e svagata come può esserlo soltanto Valeria Bruni Tedeschi nella parte di madame Gorman, mamma di David (Benjamin Voisin). Sono loro due, specialmente David, ad accogliere in casa Alexis (Félix Lefebre), fresco naufrago nel mare di Normandia in quell’Estate ’85 firmata François Ozon, durante la quale accadono eventi d’amore e di morte nei loro estremi della spensierata passione e della fosca tragedia.

E la morte aleggia fin dall’inizio, addirittura dal titolo del romanzo d Adain Chambers, Danza sulla mia tomba (Ed. Bur Rizzoli), cui il film s’è ispirato: per proporre con grande intensità la storia di Alexis travolto dal sentimento per David. Un rapimento folle e quasi mistico che annuncia il suo stesso epilogo tragico fin dall’inizio del racconto, quando un traumatizzato Alexis, all’incalzare dell’assistente sociale che chiede lumi sulla fine di David, risponde con lunghi riottosi silenzi. Salvo aprirsi col suo professore di letteratura attraverso la parola scritta, lasciando affiorare  la verità e il senso di quella danza sulla tomba dell’amico nel rispetto di una promessa avvolta da sinistri e perfino soprannaturali presagi.

Valeria Bruni Tedeschi e Félix Lefebvre

Com’è ovvio, un film così organizzato si sviluppa su due piani temporali, quello del presente narrativo e i suoi interrogatori ad Alexis alternato con quello dei flashback che riscostruiscono visivamente il percorso dell’amour fou, dei suoi momenti di sterminata tenerezza, delle pulsioni sessuali delicatamente proposte, con tracce poetiche di Verlaine e la dominante sonora della magnifica (e “significante”) Sailing di Rod Stewart quale inno alla vicinanza e alla libertà.

Poi naturalmente ci sono gli strati più profondi del film, dove in genere Ozon non scherza. E con prepotenza s’infilano i concetti di amore, felicità e possesso, senso di colpa e rimorsi, cioè tutto quel che di peggiore, rovinoso e divorante pesa su una relazione sentimentale. Ma non basta, perché questo autore francese, a volte geniale, ci parla anche della creatività quando Alexis scrive la sua storia-memoria intuendo di diventarne egli stesso il protagonista letterario, personaggio in qualche modo “irreale” capace di concludere che “siamo noi ad inventare le persone che amiamo”. E che per superare il dolore di una perdita ed elaborarne il lutto “l’unica cosa che conta è sfuggire alla propria storia”.

(Foto distribuzione Academy Two ©Mandarin Production, Foz,_France 2 Cinema, Playtime Production, Scope Pictures)