Roma, l’ex clinica e il silenzio “municipale” del presidente

Immagine tratta dalla brochure di presentazione del progetto di investimento immobiliare inclusivo di housing sociale. In copertina una panoramica dell’area: visibile la struttura di lavori interrotti anni fa dopo l’abbattimento della vecchia clinica

di Claudio Trionfera

FRANCESCA DEL BELLO, presidente del Municipio Roma 2 è stata eletta con merito e ha fama di essere una brava amministratrice in area PD. Però sembrerebbe che Francesca Del Bello non legga le mail, neppure quando hanno l’etichetta PEC. Non le legge oppure le ignora pur avendone lette. Supposizioni, non certezze. Forse in questo senso devo considerare il suo ostinato silenzio dopo oltre un mese dalla legittima richiesta di una sua autorevole e assai gradita opinione (opinone, niente di più) – a dichiarato uso giornalistico – su ciò che sta accadendo a Roma, in un’area verde, che, sebbene proprietà privata, si sta preparando ad una cementificazione attraverso un progetto che sembrerebbe essere stato inizialmente approvato con tanto di cambio di destinazione d’uso altrimenti vietato (c’era una clinica che difatti ha identificato l’area come Villa Bianca), favorito da una legge regionale che prevede perfino l’utilizzo del PNNR in presenza di un progetto (anche) social housing. Dunque, a quanto parrebbe, denaro pubblico inserito in una iniziativa privata. In realtà il progetto sarebbe in attesa di ulteriore approvazione comunale non avendo l’originale rispettato i necessari termini di cubatura.

Non che Francesca Del Bello fosse obbligata a rispondere alla nostra PEC, peraltro indirizzata anche all’Ufficio Protocollo e alla Direttrice del Municipio II,  Maria Iosè Castrignanò (all’origine proveniente dal Comune di Nardò in provincia di Lecce, poi direttrice della Direzione bilancio della Ragioneria generale – il suo nome risulta sul sito del Comune di Roma) anch’ella silente come la presidente, fors’anche per favorire la rima. O per rispettare il motto “chi tace acconsente”.

Francesca Del Bello, Presidente del Municipio II di Roma (foto da Roma Today)

Non che Francesca Del Bello, si diceva, fosse obbligata a rispondere  a noi come soggetto individuale; ma certo il suo ruolo le imporrebbe di essere riferimento attendibile e affidabile per l’intero quartiere e relativo quadrante urbano, senza considerare che gli emolumenti – non miseri – dei dipendenti comunali e dei suoi dirigenti/rappresentanti amministrativi vengono distribuiti da risorse pubbliche. Quindi, in un certo senso, certe risposte sarebbero doverose, sia a livello etico che pratico.

In ogni caso il nostro quesito riguardava ciò che sta accadendo dentro un’area verde privata dove per una quindicina d’anni era stata vietata qualsiasi attività edilizia e che ora, improvvisamente ma forse non troppo visto il lavorìo che ne è stato alla base, sta diventando un cantiere attivissimo con tanto di un intervento sul verde rivolto all’attenzione di associazioni ambientalistiche. Senza, con ciò, prendere in considerazione gli eventuali danni alla collettività residente (secondo i costruttori nessun danno, piuttosto arricchimento estetico e prestigio per il quartiere) l’incremento di traffico in una zona già congestionata. Vi si prevedrebbero circa 150 appartamenti e forse, come detto, una housing sociale che sembrerebbe essere stato il grimaldello per ottenere tutti gi eventuali permessi di costruzione e il cambio di destinazione d’uso.

D’altra parte (chiariamo, sempre in base alle supposizioni e alle notizie trapelate sul progetto) basterebbe valutare il numero degli appartamenti previsti (155) per riflettere sul ballon d’essai lanciatoa proposito dei box dedicati (uno per appartamento, a ciascuno il suo box): surreale pensare che in ogni famiglia, – di quelle presumibilmente agiate che acquistano questo genere di appartamenti – disponga soltanto di un’automobile… mediamente ce ne sono due o tre per nucleo familiare. Quindi, numeri e logica alla mano, si prevede una eccedenza variabile fra le 150 e le 250 macchine che verrebbero riversate nelle strade già sature del quartiere e in particolare della zona circostante il progetto. 

Sarebbe anche interessante conoscere a fondo l’iter di questo progetto e i firmatari dei relativi permessi: senza scopo indagatorio, naturalmente, solo per approfondire lo sviluppo della storia e guardare le cose alla luce del sole. Magari senza riempirsi la bocca della parola “green” buona per tutte le stagioni.