Cinema, chi se ne occupa? Nessuno

di Claudio Trionfera

ALLA VIGILIA DELLA MOSTRA DI VENEZIA che vorrebbe, tra gli altri progetti, rilanciare il cinema ma rilancerà zero, i dati degli incassi al box office sono devastanti. Nella giornata di ieri domenica 29 agosto si è gridato al miracolo per il successo di Come un gatto in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto con i suoi 194 mila euro e poco più di un milione in totale. Ma si dimenticano i risultati del periodo equivalente nel 2019, cioè dell’ultimo anno senza pandemia e relativa crisi generale. Ve li mostriamo per chiarire il concetto:

  • domenica 25 agosto 2019:
  • 512.000 presenze e incasso 3.617.951 euro
  • domenica 1 settembre 2019:
  • 413.306 presenze e incasso 2.882.010 euro
  • domenica 29 agosto 2021:
  • 102.741 presenze e incasso 717.719 euro

Insomma, quando va bene il rapporto è di uno a quattro, altrimenti di uno a cinque. Questo per segnalare le distanze fra presente e passato e far suonare (nuovamente) l’allarme sullo stato del cinema e delle sale cinematografiche: ripetendo ciò che s’è già espresso in tempi recenti, cioè che solamente i film visti in sala hanno la dignità di definirsi “cinema” mentre tutto ciò che transita sullo schermo tv è “televisione”.  Il mezzo ha una sua identità, questo è elementare. Chi non lo capisce e racconta realtà diverse tra l’arrendevole e il compiaciuto è un ignorante, oppure un superficiale, peggio ancora è in malafede.

Non so se i titolari del Ministero della Cultura (Dario Franceschini), dell’Anica (Francesco Rutelli), dell’Agis (Carlo Fontana), della Direzione generale Cinema (Nicola Borrelli) si occupino anche di questi problemi, ne dubito. Così come sono certo che non mancheranno di fare passerelle e proclami dal Lido di Venezia, creste alte e petto in fuori, parlando di nulla e liberando bolle di sapone, come accaduto, ahi me, di frequente. Interessante valutare anche la posizione della presidenza Anec (Mario Lorini) e capire che cosa pensano gli esercenti.

Nessuno di loro, fino ad ora, ha fatto qualcosa di concreto e davvero utile per il cinema in sala se non adagiarsi sull’ineluttabilità di una condizione determinata dal Covid-19 e sul soffice materasso delle piattaforme nelle quali stanno sprofondando il pubblico addormentato e un intero settore anestetizzato. Poi se volete, riflettiamo sullo spettacolo nella sua generalità, teatri, concerti, viaggianti e via così. E chiudiamo il cerchio pensando ai responsabili.