Adorazione, fuga d’amore tra le ombre

ADORAZIONE – Regìa di Fabrice Du Welz, con Thomas Gioria, Fantine Harduin, Benoît Poelvoorde, Anaël Snoek, Gwendolyn Gourvenec, Peter Van den Begin, Charlotte Vandermeersch, Laurent Lucas, Martha Canga Antonio, Sandor Funtek, Pierre Brichese, Pierre Nisse. Drammatico. Belgio, Francia. Uscita italiana 19 maggio. Distribuzione Wanted Cinema. Durata 99’. 🍓🍓🍓🍓⚪️

Una scena da “Adorazione” di Fabrice Du Welz (foto Wanted Cinema)

di Claudio Trionfera

LA TRILOGIA DELLE ARDENNE e il suo capitolo conclusivo. Dopo Calvaire e Alleluia ecco Adorazione, che finalmente e per fortuna esce anche nelle sale italiane a differenza, per esempio, del fantastico Vinyan che nel 2008 irruppe visionario nella Mostra di Venezia. Fabrice Du Welz si conferma adesso autore con vocazioni di grandezza all’interno di un cinema belga dal volto sempre più definito sul piano della qualità complessiva e di alcune eccellenze individuali.

Questa è una storia di fuga, d’amore  e di follia. Di Paul (Thomas Gioria), che ha 12 anni e vive con la madre infermiera in una clinica psichiatrica; e di Gloria (Fantine Harduin), forse appena più grande di lui e colà ricoverata a forza per i capricci della sua mente. S’incontrano nella radura attorno alla clinica, s’innamorano quasi subito l’uno dell’altra, specialmente Paul totalmente rapito da lei e scappano insieme verso una imprecisata meta della Bretagna. Viaggio incerto, maldestro e un po’ incosciente ma guidato da un istinto quasi animalesco attraverso boschi, laghi e fiumi, carico di suggestioni , passaggi idillici e momenti infernali.

I due rubacchiano provviste qua e là, fanno danni – chi li incontra è destinato in un modo o nell’altro a soccombere –  esprimono il loro amore in modo ruvido all’interno di un itinerario che, passo dopo passo, prende un contorno iniziatico, istintivo e primordiale, fino a tingersi di sfumature misteriose e ombre spettrali in un viaggio fantàsmico verso la libertà. Remota, alberga nel racconto la sfumatura della morte.

Quale sia il destino di Paul e Gloria il film non lo lascia intendere, sospeso com’è tra la freschezza argentina dell’amore fra i due adolescenti, l’aspirazione all’eternità del loro rapporto e gli echi quasi horror con i quali Du Welz accompagna quella sorta di avventura cosmica: tenendo sempre in piedi il confronto tra l’immaginario pànico, il realismo poetico  e le voci di una natura sempre sospesa tra l’ostilità e la suggestione mistica nella fotografia di Manuel Dacosse, ora febbrile nella macchina in spalla ora immota nei panorami dai sensi secondi.