“Noi siamo Alitalia”, il delitto quasi perfetto

Un’immagina dal film documentario con la protesta in Campidoglio delle assistenti di Volo

NOI SIAMO ALITALIA/Storia di un paese che non sa più volare – Il 13, 14, 15 febbraio 2023 viene presentato al cinema Ambrosio di Torino il documentario ideato  e prodotto da Alessandro Tartaglia Polcini (con la collaborazione di Associazione Culturale Ticto, OWN AIR) e diretto da Filippo Soldi, selezionato ai Nastri d’Argento 2023. Film documentario, Italia, 2023. Durata 93’. 🍓🍓🍓🍓⚪️

SEMBRA IERI. Invece la compagnia ha cessato di vivere il 14 ottobre del 2021. Il giorno dopo ITA Airways ha effettuato il suo primo volo. È già passato un sacco di tempo da quando Alitalia se n’è andata. Memorie di un funerale.  Si domanda questo film-inchiesta: c’è il morto ammazzato ma dove sta l’assassino? E si dà anche una risposta: non si trova, non c’è, oppure i killer sono così tanti da formare un magma dov’è magari e perfino possibile distinguere volti ma è del tutto impossibile  verificare le strategie di un progetto distruttivo.

Questo è Noi siamo Alitalia, con sottotitolo  Storia di un Paese che non sa più volare, girato con eccellente gusto d’indagine da Filippo Soldi e prodotto da Alessandro Tartaglia Polcini, prima attore, poi produttore di film e documentari, qua ispirato dalla ricerca di verità sulla polverizzazione della nostra compagnia di bandiera, capace di produrre non solo un semplice cambio di sigla sugli aeroplani ma anche e soprattutto quella disoccupazione  e quei drammi personali che tecnicamente – e un po’ eufemisticamente – rientrano tra gli effetti del sistema “esuberi”.

L’analisi è piuttosto spietata. Giusto un anno fa, era l’11 febbraio, nel corso della lavorazione del film, s’è saputo del suicidio di Francesco Fasolo, pilota di Air Italy, uno tra i 1322 dipendenti licenziati dall’azienda il 2 gennaio del 2022. Egli aveva 38 anni, il film è dedicato a lui. E già la dedica sa di denuncia. Del resto, malgrado sia passato del tempo, non può esserci rassegnazione e tantomeno indulgenza verso lo smantellamento e la chiusura di un’azienda così importante, approdati al più imponente licenziamento di massa mai avvenuto nella storia della Repubblica, con 11.000 persone che hanno perso il loro posto di lavoro.

A fare da guida narrativa e da concertazione ad una sostanza tanto complessa e controversa, la sceneggiatura inserisce, quale elemento di finzione, le figure di quattro giovani autori (nelle loro parti Riccardo Livermore, Lucandrea Martinelli, Tania Angelosanto, Maria Carla Generali) che, quasi nelle vesti di detective, cercano di ricostruire i passaggi fatali di un declino prima e di uno tracollo poi: elaborando concetti, interrogando personaggi significativi ed evidentemente informati. Tra i molti specialisti che nel film aiutano i quattro autori – e il pubblico con loro – a orientarsi nella babele, si elencano il giornalista de Il Sole 24 Ore Gianni Dragoni, Fabrizio Tomaselli, tra i fondatori del sindacalismo di base e i maggiori esperti del trasporto aereo italiano e internazionale, tra i quali il prof. Ugo Arrigo, Andrea Giuricin, Gianni Rossi, Joerg Heberhart, il Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale Paolo Maddalena.

Riccardo Livermore, Lucandrea MArtinelli, Tania Angelosanto, Maria Carla Generali

Accanto alle loro voci, inevitabilmente, anche quelle dei licenziati e le immagini delle proteste in un racconto tutto da seguire come storia di un’agonia dalle molte cause: fra alleanze perdenti con altre compagnie come KLM e Air France e strategie sbagliate per calcolo o incompetenza, in ogni caso all’opposto della logica, materiali pagati al doppio o al triplo del prezzo di mercato, pezzi venduti e ricomprati a costi più di cento  volte superiori.  Cupio dissolvi? Disegni superiori? Chissà. Il film si limita a mostrare e a far riflettere sui destini di una compagnia aerea schiacciata come in un sandwich e svuotata delle sue migliori prerogativa di core business.

Insomma tra finzione e modi d’inchiesta i quattro sceneggiatori  cercano di capire qualcosa di quello che chiamano “il casino di Alitalia” lasciando allo spettatore le possibili conclusioni. Tecnicamente ordinato e pregevole, Noi Siamo Alitalia è il terzo capitolo di un insieme di tre opere cinematografiche denominato Trilogia del lavoro: Tutti giù per aria – L’aereo di carta del 2009, regia di Francesco Cordio (sulla vertenza Alitalia del 2008) e Suicidio Italia – Storie di estrema dignità, regia di Filippo Soldi del 2012 (sui suicidi di imprenditori causati dalla crisi del 2012), vincitore del Globo d’Oro come migliore documentario nel 2013.

(Al termine della proiezione torinese sarà possibile scambiare opinioni con il regista Filippo Soldi e il produttore; saranno inoltre presenti: Elena Paola Gaggini, autrice del libro Senza più ali per volare – Le storie di chi ha fatto grande Alitalia, Annalisa Lantermo, direttrice del Job Film Day, l’avvocato Daniela Talarico).